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La diretta del calcio, quando ancora non c’era
Fino agli anni ’90 le partite di calcio di Serie A si vivevano allo stadio. Niente diretta TV, per vedere i gol di giornata bisognava aspettare il dopo cena con la Domenica Sportiva. Eppure, un quarto di secolo prima, qualcuno aveva già trovato il modo di vedere tutto. In diretta.
Questa è la storia di un’audace e inconfessabile ambizione diventa realtà: intercettare i ponti radio Rai guardarsi le partite, proprio mentre si giocava, ai tempi del calcio in bianco e nero. Dagli avventurosi esperimenti nella cantina di un paesino del Chianti, fino agli occhi increduli degli spettatori nelle Case del Popolo e negli attici dei VIP. Quando tutto il calcio si giocava in contemporanea alle canoniche 14:30 della domenica, c’era chi non aveva bisogno di sedersi allo stadio. Bastava trovarsi sulla direttrice ideale e chiamare le persone giuste.
Tecnici di talento, poco più che ragazzi, per oltre due decenni hanno violato il sistema di trasmissione interno della Rai. Non li avevano fermati neanche sistemi di criptaggio del segnale sempre più complessi, in una lunga sfida a distanza senza esclusione di colpi.
Con silenziosa copertura del Partito Comunista, riuscivano perfino ad ascoltare le telefonate di tecnici, giornalisti e funzionari della Rai. Nei burrascosi anni ’70 avrebbero potuto fare la rivoluzione, ma a loro bastava offrire tifosi 90 minuti in Paradiso: la diretta del calcio, quando ancora non c’era.